Elba '97 - Matarazzo C5 Livorno 15-7 (4-5 pt)

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HellaSmatto
00venerdì 1 ottobre 2010 03:35
Il Matarazzo vince, per 5-4. Nella ripresa, poi, interviene una formazione di controfigure che viene asflatata dagli isolani.
Matarazzo C5 Livorno: 1) Nunziata Gianluca, 2) Vajani Alessio, 4) Gambuzza Gianluca, 5) Berti Daniele, 6) Sangiorgio Emiliano, 8) Voir Matteo, 9) Bonaretti Luca, 10) Audiberti Andrea (C), 11) Guidi Claudio. Allenatore: Alati Dario.

Reti Matarazzo:
(3) Sangiorgio Emiliano, (2) Guidi Claudio, (1) Audiberti Andrea, (1) Voir Matteo.

Disfatta? Certo. Disastro? Senza ombra di dubbio alcuno. Tutto finito? Nemmeno per idea!
Il Matarazzo gioca, anche bene, per trenta minuti; dopo l'intervallo, in campo arrivano le "controfigure" e i gialloblu vengono completamente travolti da un'Elba in cerca di riscatto, dopo la paura della prima frazione. Fa la voce grossa, infatti, la banda di Alati, nel primo tempo; nella ripresa, però, i sosia scesi nel rettangolo di gioco sono tutt'altro che all'altezza della situazione e vengono sommersi da un parziale umiliante di 11 a 2! Vediamo i dettagli di questa (dis)avventura isolana dei labronici.

Il traghetto ritarda leggermente, dal porto di Piombino, ma il tempo per raggiungere l'impianto ed effettuare un riscaldamento adeguato c'è. Si va in campo, dunque.
L'arbitro è il sig. Verdi di Livorno (altrettanto insufficiente, proprio come i suoi concittadini in gialloblu).
E' lo stesso direttore di gara ad essere il primo protagonista: su un fallo di mano dell'offensiva elbana, fischia contro il Matarazzo e la seguente punizione viene fortunosamente deviata dalla difesa labronica che corre, così, il primo rischio della gara. Ancora i biancoblu di casa: ottima incursione centrale (sarà l'incubo di tutto il match, per la difesa livornese) ma tiro che si risolve in un niente di fatto. Giunti, finalmente, con le gambe e col cervello in quel di Portoferraio, i ragazzi di Alati passano in vantaggio: la punizione di Sangiorgio è perfetta e vale la prima rete. 1-0.
Il pubblico di casa non gradisce e mister Pugi vuole grinta dai suoi: doppia occasione con un rimorchio pericoloso e con un diagonale di punta, neutralizzato da un buon Nunziata. La fortuna, però, premia gli audaci: con un bellissimo colpo di tacco, sulla solita incursione centrale, gli elbani pareggiano. 1-1.
Il Matarazzo non si scompone e Guidi, dopo aver preso le misure dalla distanza, ruba un pallone alla retroguardia isolana, imbucando il portiere in solitaria. 2-1.
Neanche il tempo di festeggiare che Sangiorgio, su un'ingenuità sul laterale, scatena il contropiede furibondo dell'Elba, valevole per il 2-2.
Continuano a premere gli uomini di Pugi, ma i labronici ritrovano la grinta e l'orgoglio e mettono sotto i cugini di provincia: Sangiorgio, servito da Audiberti sottoporta, infila il 3-2.
Ancora pochi minuti e il solito Sangiorgio, finalizzando in contropiede, sigla con un bolide incrociato nel sette. 4-2.
Il micidiale tris livornese si conclude con Audiberti che sigla sugli sviluppi del corner di Vajani. 5-2.
L'Elba è emotivamente colpito dall'offensiva gialloblu, terribilmente efficace e lesta nelle manovre. Non per questo, però, si tira indietro ad attaccare: che non sia la serata delle serate, nelle retrovie, si era già capito e gli elbani accorciano le distanze con una botta spettacolare del mister/giocatore Pugi, dritta all'incrocio dei pali. 3-5.
Il Matarazzo risponde con Voir, protagonista in tre occasioni: prima il portiere lo blocca, poi la punizione viene deviata da un difensore e, infine, la sua legnata e di pochissimo larga. Concluso il raptus del numero 8, gli elbani trovano la rete con un missile da fuori area, infilatosi sotto le gambe di un disattento Nunziata. Lo stesso portiere livornese (che sostituisce l'assente Dello Iacono) si riscatta pochi minuti dopo, disinnescando felinamente una bomba in diagonale, riscuotendo l'applauso del pubblico. L'occasione sprecata da Bonaretti (il peggiore dei suoi) in solitario contropiede è quella che sancisce la fine del primo tempo.
Vince il Matarazzo, gioca meglio il Matarazzo e l'Elba è sotto, in ogni settore. Finisce qui, purtroppo, la partita dei gialloblu. Perchè? Vediamo il secondo tempo.
Non rientra la formazione di Alati, rientrano le "controfigure". Nonostante questa veste di assurdi sostituti, i sosia cominciano bene: il clone di Guidi porta avanti il "nuovo" Matarazzo finalizzando l'assist di Bonaretti, abile a fintare d'innanzi ad un difensore e servire il compagno. 6-4.
Stop, finito il match gialloblu: la retroguardia diventa un'autostrada tedesca a cinque corsie e senza limiti di velocità. Si perde il conto delle imbucate elbane e, in meno di cinque minuti, siamo sul 6-6 con due gol fotocopia. Perde la testa anche l'arbitro: regalando sei secondi a Pugi, sul corner, gli elbani pareggiano con l'autorete di Voir. Dopo l'ira contro il DG, lo stesso numero 8 livonese pareggia con l'ultimissima goccia di grinta e rabbia, finalizzando un assolo bellissimo dalla propria area. 7-7.
Da qui in poi, il nulla. L'Elba segna, ri-segna e segna ancora, in tutti i modi, utilizzando sempre le corsie per poi arrivare davanti al clone di Nunziata, sempre lasciato solo da degli assurdi difensori. Tacchi, sassate al volo e bellissime azioni, fino ad arrivare alla quota 15, quella che sancisce la fine del match.

L'epopea gialloblu in Coppa Italia, esattamente come l'anno scorso, si conclude d'innanzi all'Elba. Anche quest'anno, i biancoblu viaggiano in categoria superiore, ma la scorsa stagione, in terra labronica, i gialloblu sono usciti a testa più che alta: meritevoli di vincere e sconfitti di misura. Questa volta, nessuna attenuante: i giocatori e i loro sosia vengono imbarcati sul traghetto con un carico di pallonate mai visto. Che serve di lezione e, ora, sotto con il campionato.

PAGELLE (ANCHE DEI SOSIA)

Nunziata: 6.5. La piccola palestra elbana non è adatta al calcio a 5, ma è perfetta per il tiro al bersaglio. Pallonate, pallonate e ancora pallonate. Subisce quattro reti, di cui soltanto uno su grave errore proprio, e difende con la grinta di una tigre i pali labronici. Ottimo nell'ordinaria ammnistrazione. Ragnetto.
Sosia: 4. Undici reti in trenta minuti vanno bene come premessa? Si butta, prova a volare, sbatte sul parquet... Giusto per i fotografi. Viene annientato da una gragnuola di colpi finiti dentro la porta. Forato.


Vajani: 6. Non è il Vaja dei giorni migliori, ma bastava anche quello con l'Only Sport. Fa comunque il suo dovere e non si tira indietro nel dar battaglia, cercando in tutti i modi di spaventare gli isolani e di rendersi utile dietro. Ci riesce sufficientemente bene, servendo anche un assist. Standardizzato.
Sosia: S.V. L'alter-ego originale, evidentemente, gli lascia le scarpette sbagliate, durante l'intervallo. Entra a metà ripresa, muove tre passi e ritorna a sedersi in panchina, lamentando di una scivolosità eccessiva dei propri scarpini. Tomba (forse, Alberto).

Gambuzza: S.V. E' l'unico, poveraccio, a non entrare nella prima frazione. Durante l'intervallo riparte sul traghetto, assieme ai veri compagni, lasciando l'onere al proprio clone. Scampato.
Sosia: 4. In una ripresa di bambole di pezza, anche lui riesce ad immedesimarsi alla perfezione. Appoggiato sul parquet, in zona difensiva, diventa uno scola-pasta e lascia passare tutto ciò che si muove. Sembra partire bene, poi fonde subito il motore. Birillo.

Berti: 6.5. Un grande primo tempo, quello dell'esperto debuttante (si, lo so, fa strano) gialloblu. Mantiene senza problemi il possesso palla e fa girare il pallone come si deve. Saggiamente evita di azzardare troppo e diventa utile in fase di chiusura. Gandalf.
Sosia: 4. Arriva alla seconda frazione e la sua copia originale prova a raccomandarsi di non sfigurare. Missione compiuta? Manco per sogno! Appostato, anche lui, nella zona difensiva viene travolto dalle discese locali, rimanendo immobile come le scogliere della bellissima Isola d'Elba. Faraglione.

Sangiorgio: 7.5. E' tornato lo Scavicchio! Trenta minuti dei tempi migliori, con una grande visione di gioco e una tripletta nella propria bisaccia. Apre un varco nella difesa elbana e ferisce, colpo dopo colpo, l'estremo biancoblu. Devastante.
Sosia: 4. La rapidità, l'intuito e l'agilità sono quelli di Rita Levi-Montalcini; la visione di gioco e l'astuzia, invece, li prende da Obelix. Ingolfato, statico e praticamente nullo, fa la figura di Mariangela Fantozzi: anti-estetico e deriso dalle folle. Inguardabile.

Voir: 7. Un bellissimo primo, ed unico, tempo, quello del panzer labronico. Suona la carica ai suoi, con la consueta grinta, dando sicurezza alla fase difensiva e rendendosi pericolosissimo per tre volte, nel finalissimo di tempo. Temibile.
Sosia: 4. Fa la stessa, identica figura di uno scooter scarburato e con la marmitta piena: urla, riempie la palestra di suoni, cigola e graffia il cavalletto in curva. Proprio come un motorino in avaria, fa la sua ultima tirata (quella del gol), sfiorando i cento, e poi scoppia. In disfattura.


Bonaretti: 4. E' l'unico, degli originali, a rimanere in campo tutto il match. Deve fare da guida alla schiera di cloni e, dunque, decide di rimanere per tutto il match. La sua è una scelta saggia: si mimetizza alla perfezione con il cadaverico esercito gialloblu di replicanti. Inchiodato nel suo metro quadro di palestra, inoffensivo e utile quanto un orologio fermo. Offline.

Audiberti: 6.5. Non c'è nemmeno da chiedere come sia andato il capitano: è andato bene, a prescindere. La grinta è la solita, solita determinazione e solito ammontare di palloni rubati. Mette una firmetta al risultato e parte sul traghetto, al termine del primo tempo. Missione compiuta.
Sosia: 4. Era l'ultima speranza: inserito in ritardo, doveva innalzare le possibilità labroniche. Ma non era il capitano, era il gemello di plastica: efficace quanto un litro di benzina in un Lamborghini, viene completamente annullato dall'offensiva elbana. Inutile.


Guidi: 6.5. Un buon Guidi, quello del primo tempo, cioè quello di tutta la partita. Tanta corsa, tanto fiato e tanto fastidio in terra elbana. Mette a segno una rete (l'altra sarà del sosia) e porta a casa un buon voto. Distinto.[/G
Sosia: 4. Sembra partire con il piede giusto, ma giusto il tempo di festeggiare la rete e via, dritto nell'oblio come il resto dei sosia. Rallentato, impedito e totalmente inoffensivo per la retroguardia dei padroni di casa. Azzerato.

Alati: 4. Ognuno ha le sue colpe: i sosia e il mister. I sosia, si spera, dovrebbero essere già scomparsi ed affogati nel tratto di mare Elba-Livorno, adesso il mister deve purificarsi e dimostrare di valere nello scontro con l'Apuania. Mummificato.

Marco Voir,
addetto stampa A.S.D. Matarazzo C5 Livorno
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